💎 Fare l’orafo non è inseguire il lusso, ma vivere di passione.

💎 Fare l’orafo non è inseguire il lusso, ma vivere di passione.

🥖 Il lavoro “dà il pane”

Io non lavoro per diventare ricco. Non ho mai pensato al mio mestiere come a una macchina da soldi.
Per me il lavoro deve fare quello che ha sempre fatto per secoli: dare il pane. Garantire sostentamento, dignità e serenità.

Che significa in pratica?

  • Pagare le spese e le bollette senza dover tirare a campare.

  • Avere il giusto tempo da dedicare alla mia famiglia e alle passioni.

  • Vivere senza l’ansia di dover crescere ogni anno “a doppia cifra” come dicono nei business plan.

Insomma: un lavoro che mi faccia stare in piedi, senza schiacciarmi. Non voglio accumulare montagne d’oro (quello lo lascio alle favole), ma trasformare l’oro in storie da indossare.

🎯 Non è questione di numeri, ma di valore

Viviamo in un mondo dove si misura tutto: quante ore hai lavorato, quanto vale il tuo tempo all’ora, quanti euro hai incassato.
Io invece credo che non tutto si possa ridurre a un tariffario .

Un gioiello non sono soldi da mettere in banca, ma una storia da raccontare. Dietro c’è ricerca, emozione, tecnica e un ascolto autentico della persona che me lo chiede.
Per questo il mio metro di misura non è “quanti minuti ho impiegato”, ma quanto valore ho creato per quella persona.

E il bello è che quando fai le cose con questo spirito, la soddisfazione arriva doppia: la tua e quella del cliente.

⚖️ Il compenso giusto: tra sostenibilità ed equità

C’è una parola che mi piace molto: giusto.
Non vuol dire né poco né tanto, ma equilibrato.

Un compenso giusto è quello che:

  • garantisce a me di vivere e mantenere la mia attività in piedi;

  • rispetta il cliente, senza approfittarmi mai.

Non faccio prezzi da lusso sfrenato, anche se lavoro con materiali preziosi. Perché? Perché credo che un gioiello debba essere accessibile, non un vezzo per pochi.
Al tempo stesso, non svendo il mio lavoro: dietro ogni creazione ci sono anni di esperienza, errori fatti, tecniche affinate.

Il giusto sta nel mezzo: io riesco a lavorare sereno, il cliente paga il valore reale di quello che riceve. Tutti contenti.

💬 Il rapporto con i clienti

Sai qual è la parte più bella? Non sono gli oggetti in sé, ma le persone.
Quando una cliente entra da me, non penso subito a “cosa posso venderle”, ma a come posso ascoltarla.

Ogni gioiello che nasce in laboratorio porta dentro un pezzo della sua storia: un anniversario, un ricordo, una promessa.
Il mio lavoro è custodire quelle emozioni nel metallo e restituirgliele sotto forma di qualcosa che rimarrà nel tempo.

Nessun trucco da venditore, nessun upselling forzato. Solo fiducia e trasparenza. È così che si costruiscono relazioni durature.

🔑 Decisioni e principi guida

Dopo tanti anni di martellate, saldature e chiacchiere con i clienti, ho messo in chiaro alcuni punti che guidano sempre le mie scelte:

  1. Il lavoro deve essere sostenibile, non stressante.

  2. Il guadagno serve a vivere, non a rincorrere status.

  3. La qualità del servizio viene prima di tutto.

  4. Il prezzo deve essere giusto, per entrambi.

  5. La fiducia è la base di ogni rapporto.

Semplice? Forse sì. Ma funziona.

🌱 Una missione che guarda al futuro

La mia missione è chiara: tenere viva l’arte orafa con etica e passione.
Non è una missione fatta di milioni, ma di piccoli gesti, di clienti che tornano perché si sono sentiti rispettati, di gioielli che diventano parte della vita quotidiana di chi li indossa.

Il successo per me non è un grafico in salita, ma il sorriso di chi guarda un anello appena finito e dice: “È proprio come lo volevo”.

Quello, credimi, non ha prezzo.

🙌 Conclusione

Alla fine, per me, il lavoro è questo: pane e passione.
Pane perché mi dà la sicurezza di vivere, passione perché dà senso a ogni giorno passato in laboratorio.

E sai cosa? Non cambierei questa filosofia con nessun business plan del mondo.
Perché il giorno che smetti di creare con il cuore, anche il gioiello più scintillante diventa vuoto.

E io invece voglio che ogni creazione, anche la più piccola, porti dentro la luce di chi l’ha chiesta e di chi l’ha fatta.

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